Brano: [...]le realizzazioni delle università non italiane per rendersi conto che facoltà e dipartimenti sono incompatibili, in quanto organi decisionali. Infatti dove le scelte decisive sono affidate alle facoltà non esistono dipartimenti autonomi nel senso vero e proprio della parola, cioè secondo quella figura che si vorrebbe realizzare da noi.
Pure in Italia l'esperienza delle due università che hanno da tempo organizzazione dipartimentale — l'Istituto Universitario Orientale di Napoli e l'Università della Calabria — ha mostrato nella pratica cotidiana la difficoltà della convivenza di due sistemi paralleli, destinati necessariamente a doppiarsi ed a sovrapporsi in tutti i processi decisionali. Il rettore Pietro Bucci dell'Università della Calabria ha esposto in maniera assai lucida a una riunione di Rettori e Direttori Amministrativi tutte le disfunzionalità implicite in questo doppio processo. Anche all'Istituto Universitario Orientale di Napoli le difficoltà sorte da tale parallelismo sono state enormi e in molti casi paralizzanti.
Si tratta dunque di scegliere tra dipartimenti e facoltà. Senza questa scelta qualsiasi dipartimento non potrebbe essere tale se non di nome; di fatto esso resterebbe o un istituto policattedre o un agglomerato di istituti, poiché l'unico tratto caratterizzante del dipartimento è la sua autonomia non solo amministrativa ma anche decisionale rispetto a tutti i problemi essenziali della vita accademica. Se le due forme di organizzazione sono dunque alternative, l'unico problema reale è quello di [...]
[...] policattedre o un agglomerato di istituti, poiché l'unico tratto caratterizzante del dipartimento è la sua autonomia non solo amministrativa ma anche decisionale rispetto a tutti i problemi essenziali della vita accademica. Se le due forme di organizzazione sono dunque alternative, l'unico problema reale è quello di chiarire i motivi che possono determinare la scelta. Come Pietro Bucci ha messo bene in luce — e la nostra esperienza all'Istituto Universitario Orientale lo conferma —, la facoltà ha sul dipartimento soprattutto il vantaggio di diluire in un consesso molto piú vario le decisioni che riguardano lo sviluppo degli organici universitari. In questo modo si può evitare che dominino interessi troppo ristretti se non addirittura personali, che il gruppo di docenti piú limitato e anche piú vicino negli orientamenti problematici ha la tendenza a far prevalere. Il vantaggio del dipartimento consiste invece nell'offrire una struttura piú duttile, piú dinamica e quindi meglio rispondente alla esigenza di costante innovazione non solo teorica ma anche organ[...]